Le tappe del processo Mastrogiovanni
A sei anni dal suo inizio, il processo per i terribili fatti accaduti nel 2009 nell’ospedale di Vallo della Lucania, iniziati con il ricovero in TSO diFrancesco Mastrogiovannie tragicamente culminati il 4 agosto, con la sua morte, dopo quattro giorni di agonia e di vere e proprie “torture”, alla presenza di un altro “detenuto/degente”Giuseppe Mancoletti, testimone involontario, impossibilitato ad intervenire perché legato al letto di contenzione della squallida ”cella” dell’ospedale, non si è ancora concluso.
Ne ripercorriamo le tappe.
- 28 giugno 2010 - Inizia, presso il Tribunale di Vallo della Lucania, il processocontro i medici e gli infermieri del reparto psichiatrico di Vallo, davanti al Presidente Elisabetta Garzo, che avoca a sé il processo.
- 14 dicembre 2010-Il Telefono Viola viene ammesso come parte civile nel processo. Il Telefono Viola, che si era presentato, come parte civile, affidando l’incarico di sostenere l’associazione nel delicato compito di affermare e difendere i diritti dei pazienti psichiatrizzati, all’avvocato Gioacchino Di Palma, vede ammessa a parte civile ( insieme al telefono Viola viene accolta anche la richiesta di altre associazioni: Unasam, Comitato di iniziativa antipsichiatrica, Avvocati senza frontiere, ASL di Salerno). In quel contesto l’avvocato Gioacchino Di Palma illustra brillantemente sulle ragioni che fanno ritenere illegittimo il TSO comminato a Francesco Mastrogiovanni, proseguito con la contenzione altrettanto illegittima di 82 ore di contenzione e di abbandono fino alla morte: Carenze fondamentali come quella di una visita medica che anticipasse l’ordinanza del sindaco, braccaggio di una persona indifesa e impaurita e non aggressiva, nessun ricorso a cure alternative differenti da quella estrema del TSO configurano un vero e proprio sequestro di persona. La totale disorganizzazione del reparto, la contenzione praticata per ragioni di comodità del personale, gli aspetti punitivi della stessa, cosi come emersi nella fase istruttoria, portano a concludere che tutti e 18 gli imputati, psichiatri e infermieri, sono egualmente e dolosamente responsabili dei reati contestati. Questa è stata la posizione di Telefono Viola, del tutto aderente ai fatti e alla dinamica degli eventi, aliena da ogni filosofia precostituita rispetto all’operato concreto degli psichiatri e degli infermieri.
- 30 ottobre 2012 Emessa la storica sentenza Viene emessa contro la contenzione psichiatrica senza controllo inferta dal reparto psichiatrico di vallo della Lucania a Francesco Mastrogiovanni. La presidente, dottoressa Elisabetta Garzo, ha accolto, infatti, la tesi accusatoria degli avvocati di famiglia e delle parti civili in relazione ai capi di imputazione riguardanti i medici e ha assolto gli infermieri. In particolare il tribunale Monocratico ha condannato per sequestro di persona e morte, come delitto derivante dal sequestro, cinque dei sei psichiatri, chi a quattro anni di carcere ( quattro di loro) e chi a tre ( uno di loro), mentre tutti e sei sono stati interdetti per cinque anni dai pubblici uffici. E’ stata così soddisfatta l’esigenza di verità e giustizia reclamata dalla famiglia Mastrogiovanni, alla quale il telefono Viola si è stretta in un forte abbraccio al termine della lettura della sentenza.
- 18 ottobre 2015 Si riapre il processo Mastrogiovanni.A seguito dell’impugnativa dei medici condannati e di alcune associazioni che pretendono la condanna degli infermieri assolti in prima istanza, si riapre il processo presso il tribunale di Salerno. Nonostante le dichiarazioni dei magistrati sulle tappe del processo e la sua prevista conclusione entro dicembre 2015, il processo ( ad oggi, aprile 2016) è ancora in corso.