GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

Dressed by you

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Barbara Lalle presenta la sua performance

Nella giornata dell’orgoglio LGBT

Lo scorso 11 giugno, in occasione del Gay-Pride Roma 2016 , l’artista, terapista e insegnante romana Barbara Lalle ,  impegnata con il Telefono Viola  nella restituzione dei diritti e dignità a chi è vittima di  violenze e abusi psichiatrici,  ha presentato al pubblico la sua performance “dressed by you” pensata e ideata appositamente per la giornata dell’orgoglio Lgbt che anche quest’anno ha avuto luogo  come di consueto nel centro della capitale. 

 

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“Nessun posto è più adatto per entrare in contatto con l’altro se non quello dove “gli altri”  si uniscono per vedere riconosciuta la propria esistenza,  uguaglianza e identità” ci aveva detto l’artista alla vigilia del Gay-Pride e della sua performance, e stando a quanto è accaduto in piazza lo scorso 11 giugno non possiamo che darle ragione. 

Il momento era importante; quest’anno la comunità Lgbt aveva  qualcosa  da festeggiare, un primo riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali che è arrivato dopo anni di lotte. Una conquista, certo, ma solo l’inizio di una  lunga strada da percorrere affinché le persone omossessuali possano ottenere piena cittadinanza nel nostro paese. Barbare Lalle e altri performers hanno dato avvio a “Dressed by you”,  proprio nel momento più intenso della rivendicazione, quando i rappresentanti della comunità Lgbt, sul palco di Piazza della Madonna di Loreto, ripercorrevano le tappe della lotta per il riconoscimento dei diritti. L’accoglienza è stata forte e la partecipazione dei manifestanti sentita. In tanti hanno voluto vestire il corpo dei performers con la discriminazione subita, e lasciare su braccia, volti e gambe degli stessi il prezzo  del pregiudizio subìto da chi  è omossessuale nel nostro Paese. 

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L’artista romana,  reduce dai recenti successi presso TAG, Macro e Stadio di Domiziano,  ha voluto incontrare  un pubblico nuovo, quello della piazza, quello della comunità lgbt; un pubblico che pur non conoscendola l’ha calorosamente accolta, apprezzando  il suo talento e la sua originalità. L’idea di” Dressed by you”, ci dice Barbara, è nata dalla sua collaborazione  con  Roberto Di Matteo, un collega insegnante con il quale condivide i progetti  scolastici, che hanno ad oggetto l’inclusione,  su diversi  territori  della capitale.  Un’idea che nasce dall’esigenza costante di entrare in empatia con chi ci sta accanto, con “l’altro” ,  con chi ha un percorso di vita diverso dal nostro ma sempre riconducibile ad esigenze comuni.   

Dunque anche in questa occasione le “ricerche artistiche”  di Barbara Lalle hanno avuto un forte riscontro nel pubblico, che negli incontri con l’artista romana, oramai, non si limita più ad essere mero fruitore del prodotto artistico,  ma diventa a sua volta protagonista della produzione.

L’artista del cuore, così viene definita Lalle dai suoi  sostenitori,   ci ricorda che fino al 1973 sul Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la bibbia della psichiatria, l’omosessualità era catalogata come patologia psichiatrica e poi, citando Franco Basaglia ,  afferma“…… ci sono falsi profeti ma nel caso della psichiatria è la profezia stessa ad essere falsa…….”.L’invito quindi è a ragionare ulteriormente sul concetto di malattia, sul ruolo della psichiatria e soprattutto su “bibbie” e “profezie”.

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