GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

Julie Andréa Blanchard con la danza racconta il disagio mentale.

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Una Danza dai movimenti, prima sinuosi e delicati, che si evolvono in gestualità del tremore e della paura. Rapida contrapposizione di stati d'animo di una personalità bipolare. Julie Andréa Blanchard ha scelto di rappresentare il disagio mentale. "Nel pezzo non c'è un riferimento esplicito alla malattia, ma è finemente intuito dalle tecniche di ripresa. L'intento è esplorare gli aspetti della malattia mentale che non sono sempre evidenti ma nascosti dietro una maschera che possiamo solo intravedere", spiega Julie Andréa nella descrizione del suo progetto, lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.

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